Antibiotico resistenza, è allarme italiano. I dati Simit

E’ allarme antibiotico resistenza nel nostro Bel Paese. In Italia è aumentato a dismisura l’uso dei farmaci antimicrobici: il 5,2% dei pazienti nostrani ha “abusato” di questi medicinali nel 2013.

antibiotico La Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) ha presentato un quadro piuttosto allarmante, che costa caro al Sistema Sanitario Italiano, sia in termini di spesa pubblica che, soprattutto, in termini di vite umane. “In Italia sono stimati 5000-7000 decessi annui riconducibili ad infezioni nosocomiali, con un costo annuo superiore a 100 milioni di euro”, ha ammesso la Simit, sottolineando come la maggior parte dei decessi causati da antibiotico resistenza si verifichi proprio nei decorsi post-operatori. “Le infezioni ospedaliere hanno continuato a rappresentare la più frequente ‘complicanza’ ospedaliera – spiega la Simit – E il loro trend, in assenza di programmi di controllo, è in continuo aumento”.

Una delle principali cause di questo trend in pericolosa ascesa risiede proprio nell’abuso dei farmaci antibiotici. “Il largo uso che ne è stato fatto negli ultimi 60 anni in medicina umana, medicina veterinaria, in zootecnia e persino nell’agricoltura ha esercitato e continua ad esercitare una potente azione selettiva nei confronti dei batteri, che per sopravvivere sono costretti a mutare – spiega il Presidente della Simit Massimo Andreoni – L’uso inappropriato di questi farmaci rischia di disperdere una risorsa preziosa non immediatamente rinnovabile: negli ultimi anni l’industria farmaceutica ha registrato un numero sempre più limitato di nuove molecole antibiotiche, per cui già oggi è difficile trattare efficacemente alcuni microrganismi multiresistenti agli antibiotici disponibili”.

Il Presidente ha inoltre sottolineato come “Un altro fattore importante nella diffusione dell’antibioticoresistenza è rappresentato dalla trasmissione di infezioni sostenute da microrganismi antibioticoresistenti, soprattutto in ambito assistenziale (ospedali, strutture di lungodegenza, ecc.), ma anche sul territorio (ad es. tubercolosi multiresistente). L’adozione di misure efficaci a prevenire la trasmissione delle infezioni correlate all’assistenza consente di limitare la diffusione di questi ceppi ad altri pazienti ed alla comunità”. Come prevenire questi decessi ospedalieri? La Simit non ha dubbi: “E’ assolutamente necessario intervenire adottando anche in Italia strategie che si sono dimostrate efficaci in altri Paesi europei. Tali strategie sono mirate a promuovere l’uso appropriato di antibiotici in tutti gli ambiti e a limitare la diffusione dei germi multiresistenti, in particolare attraverso la corretta igiene delle mani e le altre procedure igieniche per il controllo della trasmissione degli agenti infettivi in ambito sanitario”.

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